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Immagine del redattoreGerardo Fortino

Ituri: Almeno 7 miliziani della CODECO uccisi e una decina di feriti durante le operazioni militari


Ituri Codeco
Fonte immagine: Radio Okapi

Le operazioni militari condotte dalle Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo (FARDC) nel territorio di Djugu, provincia di Ituri, hanno portato alla morte di almeno sette miliziani della CODECO e al ferimento di una decina di altri. L'azione militare è avvenuta il 13 settembre 2024, in una delle zone più martoriate dai conflitti armati nella regione.


Le operazioni delle FARDC nel villaggio di Biyanda


Secondo le informazioni raccolte da buniaactualite.cd, l'operazione è stata condotta nel villaggio di Biyanda, situato nel gruppo di Mabilindey, una località appartenente al settore dei Banyali-Kilo nel territorio di Djugu. Questo villaggio è situato nelle vicinanze della cittadina rurale di Mongbwalu, un'area già duramente colpita dalla presenza di gruppi armati.


Da tempo, la comunità Nyali-Kilo aveva denunciato, tramite dichiarazioni alla stampa, l'occupazione di diversi villaggi della zona da parte della milizia CODECO, un gruppo ribelle noto per le sue violenze contro la popolazione civile e le forze governative. Grazie a queste prime operazioni militari, il villaggio di Biyanda è stato riconquistato dalle FARDC.


La posizione dell’esercito e la resistenza dei gruppi armati


Il portavoce dell'esercito nella provincia dell'Ituri, il tenente Jules Ngongo, ha ribadito la posizione intransigente del governo nei confronti dei gruppi armati che si oppongono al processo di pace. In diverse occasioni, Ngongo ha confermato che l'esercito mantiene una linea dura per garantire la sicurezza della popolazione civile e liberare le aree sotto occupazione ribelle.


A Djugu, i principali gruppi armati che continuano a rappresentare una minaccia per la pace sono la CODECO e il movimento di autodifesa denominato "Zaïre". Entrambi i gruppi hanno firmato degli accordi di pace, ma non hanno mai realmente deposto le armi, continuando a seminare il terrore e destabilizzare la regione.


Un conflitto senza fine: le radici della violenza in Ituri


La regione di Ituri è storicamente una delle più instabili della Repubblica Democratica del Congo. Il conflitto tra le comunità Hema e Lendu, da cui si origina il movimento CODECO, ha causato migliaia di vittime e sfollati negli ultimi anni. Il gruppo CODECO (Cooperative for Development of Congo) è una milizia composta principalmente da membri della comunità Lendu e, nonostante le promesse di partecipazione ai colloqui di pace, continua a perpetrare attacchi contro la popolazione civile e l'esercito.


Le operazioni delle FARDC nel territorio di Djugu rientrano in un quadro più ampio di operazioni militari volte a stabilizzare l'Ituri, una provincia che ha visto un'escalation di violenza a partire dal 2017. Sebbene gli sforzi per il disarmo dei gruppi armati siano in corso, la realtà sul campo dimostra che la pace è ancora lontana.


Il futuro della pace in Ituri


L'efficacia delle operazioni militari contro la CODECO resta una questione aperta. Nonostante i successi temporanei delle FARDC nel riconquistare territori come Biyanda, la presenza di gruppi armati in Ituri continua a rappresentare una minaccia per la stabilità della regione. Le operazioni militari da sole potrebbero non essere sufficienti a garantire una pace duratura, se non accompagnate da iniziative politiche e diplomatiche mirate a risolvere le cause profonde del conflitto.


Le comunità locali, in particolare quelle colpite direttamente dalle violenze, chiedono a gran voce la fine delle ostilità e la ricostruzione delle loro vite, ma la strada per una pace effettiva in Ituri sembra ancora lunga e incerta.






Nota dell'autore: Questo articolo non rappresenta un'esclusiva, ma è frutto di una ricerca basata su fonti locali che seguo attentamente. Le informazioni riportate sono state raccolte e verificate attraverso testate giornalistiche affidabili e aggiornate, specializzate nel monitoraggio della situazione nella provincia di Ituri.



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